Turismo Religioso: “Oltre 2300 contatti tra buyer e seller alla BTRI di Roma”
«Il turismo religioso ha un target attuale, molto vivo e offre numerose prospettive di crescita. Si tratta di capire i cambiamenti e intercettare le richieste individuali per tarare le offerte sui bisogni effettivi». Lo ha dichiarato Nicola Ucci, patron della Borsa Turismo Religioso Internazionale (BTRI), a conclusione della manifestazione lo scorso venerdì a Roma.
Al workshop hanno partecipato 60 buyer provenienti da 13 paesi differenti: Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Norvegia, Polonia, Russia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ungheria e USA, oltre che da varie parti d’Italia e 66 seller italiani ed esteri. Fruttuosa per loro la giornata di lavoro, con una media di 38 contatti individuali dichiarati da ogni buyer, per un totale di oltre 2.300 contatti commerciali.
Soddisfacente, dunque, il bilancio conclusivo della manifestazione, organizzata da Hub Turismo religioso & culturale by Rete System srl di Nicola Ucci, in collaborazione con CITS, Centro Italiano Turismo Sociale, patrocinata dall’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana, dall’Agenzia per il Turismo della Regione Lazio e dall’Assessorato allo Sviluppo economico Turismo e Lavoro di Roma Capitale, dall’Università di Tor Vergata, e dalle maggiori Associazioni nazionali e locali di categoria (Federturismo – Confindustria, Assohotel – Confesercenti, Faita – Feder camping Lazio).
«La BTRI si conferma un evento importante per la valorizzazione del patrimonio religioso e culturale, binomio inscindibile a cui guardare con favore per chi lavora in campo turistico», commenta Paolo Proietti, Presidente Nazionale CITS.
«In questi giorni sono emerse numerose proposte inedite e interessanti per valorizzare il turismo in luoghi meno noti, spesso a rischio di spopolamento, con una grande tradizione legata alle comunità territoriali che non va abbandonata. Dobbiamo essere in grado di accogliere questa complessità e ripartire da queste forme di turismo lento per rilanciare l’economia italiana», conclude Ucci.